Sergio Gaggia

Biografia

Gli Studi

Sergio Gaggia (29.01.1933 - 24.11.2000) nasce a Klagenfurt in Austria da genitori Italiani (Carlo Gaggia e Maria Velliscig). La nonna materna Lydia Velliscig, pianista concertista, lo avvicina già da piccolo alla musica. Inizia con lei lo studio del pianoforte, che continua poi con Elena Bonvicini e Ada Polesini.

Dal padre ingegnere viene incoraggiato ad intraprendere gli studi di Tecnologia Meccanica all’Università di Trieste, dove si laurea nel 1959. Nel frattempo inizia gli studi musicali di “organo e composizione“ al Conservatorio Musicale J. Tomadini di Udine  con i maestri Don Giovanni Pigani e Don Albino Perosa, dove si diploma brillantemente.

Insegnamento e Pubblicazioni

A partire dal 1956 inizia già la sua attività al I.T.I. Arturo Malignani di Udine dove è docente di tecnologia meccanica e poi direttore del laboratorio prove materiali fino agli anni ottanta. Pubblica anche i testi di Tecnologia Meccanica Vol.1-2-3 (ed. Zanichelli) in uso negli I.T.I. e nelle Scuole di Ingegneria, testi a suo tempo iniziati con il padre ing. Carlo. Nell’anno accademico 1980/81 è incaricato come docente di Tecnologia Meccanica presso l’Università degli Studi di Udine. Lavora per più di venti anni come consulente tecnico di parte e d'ufficio, collaborando tra l'altro con diversi tribunali in regione (Udine, Tolmezzo, Trieste etc.).

La Musica

Ma il suo cuore è nella Musica: dopo il diploma al Tomadini si dedica allo studio del clavicembalo, prima con Ferrucio Vignanelli a Venezia e poi all’Académie de Clavecin a Clisson in Francia sotto la guida di Kenneth Gilbert, del quale segue anche i Master Courses tenuti alla Fondazione Cini di Venezia. Si dedica particolarmente all’interpretazione di Louis e François Couperin, Froberger, Frescobaldi, Rameau, Scarlatti e soprattutto Bach.

È anche grazie a lui che nella vita musicale di Udine e provincia viene promossa l’esecuzione della musica barocca su strumenti originali. In veste di vice-presidente della società Amici della Musica (dal 1965 al 2000) invita i migliori interpreti e specialisti come Gustav Leonardt, Ton Koopman, il Quintetto Kuiken, Anner Bijlsma, la Camerata Amsterdam, Frans Brüggen, il Collegium Flauto Dolce, Kenneth Gilbert, Françoise Gerard e Trevor Pinnock. Con quest’ultimo nasce una grande amicizia che dura per il resto della sua vita (vedi lettera di Trevor dedicata a Sergio).

E' attivo per diversi anni come concertista, sia come solista al clavicembalo che in formazioni da camera.

Dall’inizio anni ottanta intensifica anche gli studi specialistici sui manoscritti di J. S. Bach, in particolare le opere per clavicembalo, violino solo, cello solo e liuto. Si interessa anche alla costruzione al restauro di strumenti antichi a tastiera. Costruisce il suo clavicembalo a due tastiere, copia di Taskin basato su un kit Zuckermann.

Trascrive a mano con enorme cura e pazienza i manoscritti originali di entrabi i volumi del Clavicembalo ben Temperato (Das Wohltemperierte Clavier) di J. S. Bach, mantenendo tutti i dettagli del manoscritto originale (fraseggio, ornamentazione, etc.), che vanno in parte persi usando moderne notazioni a stampa. Tiene anche conferenze sull’Arte della Fuga, sull’interpretazione della musica clavicembalistica, su Girolamo Frescobaldi, su Domenico Scarlatti, etc.

Passioni, Filosofia e Vita Personale

Tra le sue passioni: la barca a vela (per più di 30 anni veleggia a Grado sulla sua “Stella”), l'alpinismo, il volo (negli ultimi 7 anni di vita ottiene la licenza di volo per ultraleggero ed insegna anche teoria alla Scuola di Volo di S. Mauro vicino a Cividale), la lettura dei capolavori di Omero in greco antico (che impara come autodidatta), il liuto rinascimentale.

Per tutta la sua vita difende la libertà di pensiero e la ricerca della verità in tutte le sue attività.

Dal 1964 vive insieme con Adele Bonin, con la quale condivide le passioni della vela e del volo. Nel 1966 nasce il figlio Michele, che si dedica completamente alla musica (organo e composizione, clavicembalo, registrazioni e produzioni discografiche).